mercoledì 15 aprile 2015

Domande sulla lezione UniNettuno - Diritto Commerciale Lez 29 I gruppi di società

Di seguito il link della lezione in oggetto: https://www.youtube.com/watch?t=2251&v=456bOKuOFzY

59 commenti:

  1. Quale relazione tra controllo e attività di direzione e coordinamento?

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    1. Uno degli elementi che unifica il gruppo aziendale è il controllo che può verificarsi in più modi, azionariato, controllo diretto o indiretto, di fatto o di diritto. il controllo fa PRESUMERE fino a prova contraria l'esistenza di attività di direzione e coordinamento

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    2. Chiarire i due concetti è importante ai fini della definizione dei confini del gruppo aziendale e in particolare per l'analisi della responsabilità giuridica (risarcitoria) della controllante.
      Ai sensi dell'art.2497 e ss. (responsabilità per attività di direzione e coordinamento) avremo che la società o ente che esercita tale attività è individuata con criteri sostanziali, prevedendo comunque, dal legislatore, un ambito di presunzione in ipotesi di controllo formale e di consolidamento.
      L'attività di direzione e coordinamento riguarda l'esercizio concreto delle strategie corporate, competitive e funzionali, precisando che anche "la semplice gestione continuativa di un servizio" (quindi il solo esercizio di alcune attività funzionali) possa far ricadere nella suddetta normativa.
      Il controllo invece è il potere di formulare le strategie a qualsiasi livello (ex art.2359).
      Avremo quindi che nei gruppi di modeste dimensioni i due concetti convergono (chi ha il controllo, dirige e coordina le consociate).
      Nei gruppi più complessi, invece, può esservi separazione tra controllo e direzione (la holding pur controllando attraverso partecipazioni o contratti, può delegare ad altri "sub-holding" la direzione e coordinamento delle controllate).
      Per questo il meccanismo di presunzione previsto dall'art. 2497 sexies non determina in automatico la relazione "controllo formale" = "direzione e coordinamento".

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    3. Il controllo è il potere di dirigere il comportamento delle singole unità del gruppo.
      La direzione consiste nell'esercizio del potere di controllo, ovvero l'indirizzo strategico.
      Il coordinamento è l'attività volta a conferire unitarietà al comportamento direzionale delle singole unità appartenenti al gruppo.
      Il concetto chiave che sta a rappresentare la RELAZIONE tra il controllo e le attività di direzione e coordinamento è la PRESUNZIONE di direzione e coordinamento derivante dal controllo.
      Il controllo fa quindi presumere, fino a prova contraria, l'esistenza della direzione e del coordinamento (questi ultimi due di conseguenza, non debbono essere provati).

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    5. Il controllo presuppone una partecipazione nel capitale, o l'esistenza di un contratto che attribuisca il diritto per la controllante di controllare la controllata. Il coordinamento si presume (tranne nelle eccezioni) quando esiste il controllo. Il coordinamento è il potere di determinare l'indirizzo strategico dell'unità economica.

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    6. Jessica Geraldo Schwengber17 aprile 2015 alle ore 20:01

      Il collegamento emerge in modo evidente leggendo l'articolo 2497 sexies cc che presume che l'attività di direzione e coordinamento sia svolta dalle società controllanti ai sensi dell'articolo 2359 cc (il quale definisce le società controllate).
      Quindi dal punto di vista giuridico per poter parlare di gruppo aziendale il controllo è necessario ma non sufficiente poiché viene richiesto anche lo svolgimento dell'attività di controllo e coordinamento (anche se, come detto, il controllo fa presumere la stessa).

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    7. Con la riforma del 2003 vi è la presunzione di direzione e coordinamento derivante dal controllo. Non è necessario darne la prova, perché appunto si presumono dal controllo fino a prova contraria.

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    8. Jessica Geraldo Schwengber19 aprile 2015 alle ore 16:37

      (continua): Inoltre per capire la relazione possiamo analizzare anche la definizione dei diversi concetti. In particolare il controllo è il potere, la possibilità di dominare; la direzione è l'esercizio del potere di controllo (è da notare che il soggetto economico può decidere di delegare l'esercizio del controllo e non il potere), e infine il coordinamento ha lo scopo di consentire il raggiungimento dell'effetto sistema. L'articolo 2497 sexies cc infatti presume che chi ha il controllo (il dominio) svolge anche la direzione e il coordinamento, si tratta però di una presunzione.

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    9. L'impresa si fraziona in una pluralità di società operanti sotto la direzione e il coordinamento di una società holding che la controlla. Il controllo fa presumere (fino a prova contraria) la direzione e coordinamento, non deve essere provato, secondo la riforma del 2003.

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  2. Che cosa si intende con esteriorizzazione del rapporto di gruppo?

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    1. Per esteriorizzazione del rapporto di gruppo si intende la pubblicità che le società facente parte di un gruppo aziendale devono fare per informare i mercati interessati della loro appartenenza ad un determinato gruppo. Deve rendere noto che è uno strumento di un'organizzazione più grande e può farlo già a partire dagli atti e dalla corrispondenza dove indica l'appartenenza ad un gruppo (ad esempio società Lottomatica, gruppo DeAgostini).

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    2. Inoltre le decisioni delle controllate che vengono influenzate dalle direttive dalla holding devono essere motivate con l'indicazione degli interessi che hanno portato a prendere tale decisione.

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    3. Si intende l'obbligo da parte di società appartenenti ad un gruppo, di rendere nota all'esterno la propria qualità di Controllata, mediante gli atti e la corrispondenza

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    4. Jessica Geraldo Schwengber17 aprile 2015 alle ore 20:23

      esteriorizzare il gruppo vuol dire portare a conoscenza dei terzi l'esistenza dello stesso. A questo scopo l'articolo 2497 bis disciplina la pubblicità per le società che esercitano attività di direzione e coordinamento o che sono sottoposta alla stessa. L'articolo in questione richiede che venga indicato negli atti e nella corrispondeza che si tratta di una società sottoposta a direzione e coordinamento; le stesse società devono inoltre iscriversi in una apposita sezione del registro delle imprese, è previsto anche l'obbligo di alcune informazioni contabili.

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    5. Per esteriorizzazione del rapporto di gruppo - art. 2497 bis c.c - , si intende l'obbligo, a carico delle società coinvolte, di fornire adeguata pubblicità della loro appartenenza al gruppo, negli atti e nella corrispondenza. A tal riguardo, il soggetto che si trova nella condizione di essere holding, ha l'obbligo di legge, di procedere alla propria iscrizione (in qualità di holding appunto), in un'apposita sezione del Registro delle Imprese e a tale iscrizione, deve essere allegato l'elenco di tutte le società controllate. D'altra parte, le stesse controllate, dovranno rendere nota la propria qualità di società controllate. Inoltre, le decisioni di queste ultime, che sono influenzate dalle direttive della holding, dovranno essere motivate con l'indicazione degli interessi la cui valutazione ha inciso sulla decisione.

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    6. Le società facenti parte del gruppo debbono fornire adeguata pubblicità della loro appartenenza al gruppo negli atti e nella corrispondenza, occorre che sia gli azionisti che più in generali il mercato industriale, commerciale e del lavoro e quindi tutti i potenziali stakeholders sappiano che la società sia strumento di un impresa più grande che è il gruppo di società.

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  4. Quanti e quali tipi di controllo azionario?

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    1. Il controllo azionario è dato dal possesso delle azioni di un'altra società e può essere diretto o indiretto, di diritto o di fatto.
      Il controllo di diritto si verifica quando una società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria di un'altra.
      Il controllo di fatto, invece, si verifica quando, a causa dell'assenteismo dei soci, per controllare una società è sufficiente avere una quota inferiore al 50%+1%.
      Oltre al controllo azionario, quale altro tipo di controllo possiamo trovare all'interno di un gruppo?

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    4. La società holding può esercitare anche il controllo contrattuale. Mediante lo strumento del contratto, la controllante può esercitare il controllo di diritto senza possedere una partecipazione azionaria di controllo nella controllata. Inoltre, grazie alla riforma del diritto societario del 2003, in entrambi i tipi di controllo vige il principio della presunzione di direzione e coordinamento derivante dal controllo. Quindi, il controllo sulla controllata fa presumere la direzione unitaria, fino a prova contraria, senza bisogno della prova.

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  5. Quali sono le conseguenze che derivano da un rapporto di controllo?

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    1. Le conseguenze che derivano da un rapporto di controllo sono molteplici. Innanzitutto la holding ha l'onere di procedere alla propria iscrizione, in qualità di holding, in un'apposita sezione del Registro delle Imprese; ed è necessario allegare l'elenco di tutte le società controllate. La stessa controllata deve rendere nota la propria qualità di società controllata in quanto occorre che il mercato interessato sappia che è una società facente parte di un gruppo. Inoltre poichè la controllata, nel prendere decisioni, può essere influenzata dalle direttive della capogruppo, è necessario che motivi le ragioni che la inducono a prendere quella decisione. Un'ulteriore conseguenza del controllo risiede nella responsabilità della holding per lo scorretto esercizio dell'attività di direzione e coordinamento.
      Concetta Tania Marchese

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  6. Che cos'è il criterio della ragionevolezza (collegato all'Assistenza finanziaria da parte di una Holding alla controllata)?

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    1. La holding svolge anche la funzione di assistenza finanziaria nei confronti delle controllate, ovvero fa fronte alle esigenze del gruppo erogando finanziamenti o prestando garanzie quando le controllate ricorrono a finanziamenti esterni. La riforma del 2003 esige che la funzione di assistenza finanziaria venga svolta con il criterio di ragionevolezza ovvero se risulta essere più ragionevole aumentare il capitale, piuttosto che concedere prestiti alla società controllata, oppure garantire debiti nei confronti del sistema bancario, quella società che abbia abusato della propria posizione di potere, predisponendo un'operazione irragionevole di prestito o assistenza finanziaria indiretta, mediante garanzie, anzichè aumentare il capitale, sarà esposta al rischio di postergazione, ossia quella prestazione di garanzia o di prestito nei confronti della controllata, sarà postergata rispetto a tutti gli altri creditori, e precisamente, sarà soddisfatta soltanto se ed in quanto, tutti gli altri creditori della società controllata siano stati soddisfatti.
      Concetta Tania Marchese

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  7. Quando la holding esercita in maniera scorretta la propria funzione di direzione e coordinamento incorre in responsabilità. Quali sono i danni che possono essere fatti rivalere nei confronti della controllante e chi sono i soggetti danneggiati? Qual è invece il caso in cui il danno risulta assente?

    Concetta Tania Marchese

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    1. In caso di violazione dei principi di corretta gestione, la Holding è responsabile nei confronti dei soci di minoranza e dei creditori esterni delle società controllate, per la lesione del diritto alla rimunerazione del proprio investimento (ad esempio: la controllante attiva una politica economica che deprime la produzione dell'utile della controllata), e del diritto al mantenimento del valore di scambio della propria partecipazione (ad esempio: il valore della partecipazione del socio viene diminuito in seguito alla riduzione del valore del patrimonio della società ).

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    3. La holding è invece sollevata dall'onere del risarcimento del danno se quest ultimo risulta assente anche per effetto di azioni a ciò dette, come nelle operazioni di vantaggi compensativi. E' ad esempio il caso di una controllata che vende interamente la sua produzione alla controllante ad un prezzo stabilito da quest'ultima inferiore a quello di mercato. Un caso del genere fu portato ad interesse della Corte di cassazione dai soci della controllata. la cassazione deliberò che non c'era danno perché la controllante acquistando l'intera produzione liberava la controllata dal rischio di mercato.Di conseguenza, il prezzo maggiorato era una compensazione del sollevamento dall'assunzione del rischio di mercato. Quindi non c'era danno!

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    4. Jessica Geraldo Schwengber17 aprile 2015 alle ore 20:43

      La disciplina della responsabilità delle società capogruppo è prevista dall'articolo 2497. Più precisamente la holding è responsabile verso i soci delle società controllate per i pregiudizi arrecati alla redditività e al valore della partecipazione e verso i creditori per le lesioni all'integrità del patrimonio sociale.
      Sempre in base all'aritcolo 2497 non vi è responsabilità quando, in base al risultato complessivo dell'attività di direzione e coordinamento, il danno risulta mancante (vantaggi compensativi) o quanto lo stesso è stato integralmente eliminato.

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    5. Qualora la holding eserciti in maniera scorretta la propria funzione di direzione e coordinamento, incorre in responsabilità. C'è da precisare che tale responsabilità non è concepita nei confronti delle singole società controllate ma nei confronti dei soci di minoranza e nei confronti dei creditori delle controllate. Questo accade quando:
      1) l'azione della società controllante persegue un interesse imprenditoriale proprio o altrui ed in violazione dei corretti principi di gestione societaria;
      2) tale attività è lesiva della redditività e del valore della partecipazione sociale dei soci e dell'integrità del patrimonio sociale per i creditori sociali;
      3) è accertabile un danno, posto che la responsabilità non sussiste quando la controllante dimostri la mancanza del danno, alla luce del risultato complessivo dell'attività di direzione e coordinamento o che esso sia stato integralmente eliminato per effetto di una successiva attività (la cosiddetta teoria dei vantaggi compensativi).

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  8. Quali sono le ragioni che hanno dato vita al fenomeno dei gruppi di società?

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    1. Solitamente i gruppi di società nascono dalla volontà di diversificare il rischio di mercato: posizionando più società controllate in diversi mercati e settori si ha la possibilità di soddisfare questa esigenza. Inoltre in tal modo si ha la possibilità di spezzare la burocrazia dell'imprenditoriale, valorizzando così ogni potenzialità umana e favorendo un maggiore aumento della produttività.

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    2. Generalmente sono le grandi imprese a dar vita ai gruppi; il primo motivo per cui si ricorre a questa forma è quello di diversificazione del rischio: creando più organismi, si riesce a sfruttare al massimo il concetto di "responsabilità limitata", poiché ogni impresa del gruppo costituisce un rischio limitato al capitale ad essa conferito. Le imprese appartenenti ai gruppi sono come scatole a tenuta stagna, che in caso di emergenza possono essere lasciate fallire limitando le perdite soltanto a ciò che esse contengono.
      Il secondo motivo per cui può risultare conveniente utilizzare questa forma, è perché permette di tagliare le gerarchie e di accorciarle, così da responsabilizzare gli anelli di queste catene.

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    3. Le ragioni dell'articolazione in gruppi possono essere riscontrate nella possibilità in tale modo di diversificare i rischi dei mercati, facendo in modo che la crisi di un mercato non intacchi gli altri mercati, e dei settori di attività, mantenendo come obiettivo ideale quello di far corrispondere ad ogni affare una società, così da far in modo che le singole responsabilità non pregiudichino le responsabilità dell'intero patrimonio dell'imprenditore. Altri motivi sono rinvenibili nella possibilità di spezzare la burocrazia imprenditoriale (gli amministratori posti ai livelli intermedi devono tener conto delle direttive derivanti dall'alto compatibilmente con l'equilibrio economico della loro impresa) e di aumentare la produttività.

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    4. I gruppi nascono per molteplici motivi, sia per perseguire una strategia di diversificazione e ripartire i rischi di mercato, ma anche per migliorare l'efficienza e l'efficacia della catena del valore, utilizzando ad esempio più società controllate che inserendosi in varie fasi consecutive della catena del valore permettono una maggiore efficienza e controllo. Come nell'esempio citato nel video, in un gruppo potrebbero esserci più società che si occupano di fornire parti componenti e altre società che si occupano dell'assemblaggio dei vari prodotti finiti. Il fenomeno dei gruppi è anche ricollegabile al fenomeno dell'espansione internazionale e della ricerca di nuovi mercati di sbocco che ha accesso la concorrenza internazionale.

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  10. Un contratto di somministrazione può causare un rapporto di controllo?

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    1. Si, in questo caso si tratta di un controllo contrattuale. Esiste fra la controllante e la controllata, un contratto che attribuisce diritti di comando alla controllante sulla controllata, pur senza una partecipazione azionaria di controllo dell’una sull’altra società.
      Ad esempio un contratto di somministrazione può prevedere alcune clausole che attribuiscono al somministrante poteri di ingerenza, di veto, di nomina di amministratori, nei confronti del somministrato. La legge giudica tale situazione (controllo contrattuale) equivalente al controllo azionario.

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  11. Un socio di società soggetta a direzione e coordinamento può opporsi a tale direzione? Quale diritto può esercitare e in quale caso può farlo?

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    1. Ai sensi dell'art. 2497 la società controllante è responsabile nei confronti dei soci di minoranza della società diretta e coordinata per atti che possano creare pregiudizio a quest'ultima nello svolgimento dell'attività di direzione e coordinamento. I soci di minoranza della controllata possono esercitare azione di responsabilità qualora il danno ad essi cagionato sia tale da ledere i loro diritti, ad esempio il diritto alla remunerazione dell'investimento ed il diritto al mantenimento del valore di mercato della propria partecipazione. La responsabilità della controllante è esclusa qualora essa provi che il danno risulta assente, in presenza dei c.d. vantaggi compensativi. Tale tipologia di compensazione può essere rappresentata ad esempio dall'esclusione dei rischi di mercato per la controllata (nel caso in cui ad esempio la controllante acquisti tutta la produzione della controllata, anche se ad un prezzo stabilito dalla holding sicuramente inferiore ai prezzi di mercato), nel caso in cui il pregiudizio stesso sia stato compensato attraverso una compensazione monetaria o nel caso in cui le azioni intraprese siano state effettuate nell'interesse del gruppo.

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  13. Cosa si intende quando si afferma che la responsabilità della holding può essere esclusa se il danno risulta assente, anche per effetto di operazioni a ciò dirette?

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    1. È prevista un’apposita tutela in favore dei soci e dei creditori delle società controllate, per il pregiudizio loro cagionato dalla società che esercita attività di direzione e coordinamento di imprese, in violazione dei principi di corretta gestione societaria.Tuttavia la responsabilità della capogruppo è esclusa se il danno risulta mancante alla luce del risultato complessivo dell’attività di direzione e coordinamento o comunque integralmente eliminato a seguito di operazioni a ciò dirette.

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  14. Risposte
    1. Giuridicamente l'imprenditore (art. 2082) è colui che esercita professionalmente un’attività economica finalizzata alla produzione e allo scambio di beni o servizi. Dal punto di vista economico, imprenditore è colui che organizza i fattori della produzione (ovvero, in linea generale, il capitale e il lavoro) per realizzare un prodotto, che sia un bene o un servizio, destinato al mercato.

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  16. Cosa si intende per danno risarcibile e da chi è subito?

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    1. Secondo la legge ogni danno ingiusto deve essere risarcito da colui che l'ha causato. Si definisce, infatti, danno quel pregiudizio che deriva da un comportamento colposo o volontario di un altro soggetto. Il danno risarcibile si distingue in danno patrimoniale e non patrimoniale. Nel primo caso si tratta della lesione che un soggetto subisce al proprio patrimonio e che è immediatamente valutabile in termini monetari .Il danno non patrimoniale, invece, consiste nella lesione di un bene della vita che non può essere oggetto di quantificazione economica. Ad esempio la salute, l'onore, oppure il dolore per la perdita di una persona cara, ecc.

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  17. Quali sono i diritti da far valere in caso di danno della controllata?

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    1. Nel caso in cui i soci di minoranza o i creditori sociali di una società controllata subiscano un danno per effetto delle direttive impartite dalla Holding possono far valere il diritto al mantenimento del valore di scambio della propria partecipazione o il diritto alla remunerazione del proprio investimento.

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  18. Il caso dei "Vantaggi Compensativi" cos'è e a cosa si riferisce?

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    1. Secondo la teoria dei vantaggi compensativi non vi è infatti responsabilità della società che esercita l’attività di direzione e coordinamento quando il danno è mancante sia alla luce del risultato complessivo dell’attività di direzione e coordinamento, che nel caso in cui risulti integralmente eliminato anche a seguito di operazioni compensative.

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